Quando si parla di vino ci sono spesso due concetti che inevitabilmente emergono e si scontrano: l’Amore ed il Tempo.
Il primo è rappresentato dalla passione dei vignaioli, dalla tradizione di un luogo e dalla benedizione del clima su di un territorio, mentre il secondo è rappresentato dall’incombenza della società che prova ad ingabbiare il primo con la propria frenesia, le mode, la vanità, la mutevolezza, il suo “tutto e subito”.
La prima cosa che si nota quando si entra in Irpinia (AV), oltre al suo lussureggiante ed iconico verde, è però che qui l’amore riesce a sfuggire alla trappola del tempo che acquisisce qui un’accezione positiva di pazienza, di attesa e di rispetto.
L’azienda ed il vigneto
Tutto ciò emerge chiaramente nella filosofia dell’azienda Torricino, guidata da Stefano di Marzo una persona con le idee chiare e che di vino ne sa moltissimo, di totale lealtà verso il proprio territorio, una tutela culturale ed un rispetto che si tramandano da generazioni. Siamo a Tufo, in piena Irpinia, un comune leggendario ed epicentro della DOCG Greco di Tufo.
Prende il nome dal tufo una roccia vulcanica di cui tutta la zona è composta; una zona altresì ricca di miniere di zolfo, elemento chiave di questo territorio, argilla e calcare. Parlare quindi di un terroir ricco di mineralità è forse anche riduttivo!
Nei primi anni ’70 Vitantonio di Marzo, padre di Stefano, intuì il potenziale dei terreni di famiglia e ne iniziò una razionale gestione con il reimpianto di vigneti su di essi. L’azienda però vide la luce solo nel 2002, quando il testimone era ormai passato a Stefano il quale fondò l’azienda dandone il nome di Torricino traendo ispirazione dalla torre del Castello di Tufo che sovrastava l’area. Oggi quei vigneti si estendono per circa 8 ettari, ad una altitudine di circa 450m. e con una produzione di circa 40,000 bottiglie annue. L’impianto è a guyot e la raccolta è unicamente manuale, effettuata tra settembre e novembre. Oltre al celebre Greco di Tufo si producono Falanghina, Fiano ed Aglianico.
I Vini
Il Greco di Tufo di Torricino prende il nome di RAONE, un omaggio al principe Raone De Lo Tufo, primo feudatario del castello di Tufo ed è un vino da manuale nel rapporto prodotto – territorio: è prodotto con il solo mosto fiore ed appare giallo paglierino carico, al naso è deciso il timbro sulfureo, che chiarisce immediatamente che si ha di fronte un vino di personalità, confermata anche al palato dal nervo acido tipico del Greco di Tufo, una freschezza citrica che disseta e prepara al finale lungo e saporito.
Sebbene a Tufo la scena sia spesso rubata dal Greco, per Torricino la qualità è corale ed è sostenuta anche dai bianchi a base di Falanghina, nel Campania bianco, giovane e sapido e dal Fiano, imbottigliato con il nome di SERRAPIANO, dall’unione di Serra, dal nome della località dove ha sede il vigneto, e Piano da Apianum il nome latino del Fiano.
Il SERRAPIANO viene prodotto da mosto fiore fermentato con lieviti indigeni, senza condizionamento di temperatura ed a contatto con i lieviti per 6 mesi in acciaio seguiti da altri 6 mesi in bottiglia, non entrando mai in vendita prima di un anno dalla vendemmia. Qui il tempo non è tiranno, è pazienza. Qui l’amore ride al tempo. Ed emblematico di ciò è il loro Taurasi, il CEVOTIEMPO. Prodotto da Aglianico in purezza da vendemmie tardive, fa affinamento in botti di rovere per 24 mesi seguiti da almeno altri 12 mesi in bottiglia e prende il nome dal dialetto locale nel quale significa letteralmente: Ci vuole tempo. Come a dire è inutile che fremi, devi aspettare, qui non si affrettano i tempi. Qui non si interferisce con ciò che il territorio vuole trasmetterci, qui si aspetta.
Perché ogni cosa ha un proprio tempo.
E poco importa se Cevotiemp’: se vogliamo assaporarla al meglio non ci resta che aspettare pazientemente e con rispetto.
Umberto Rusciano
@umberto_walkandwine