Romagna Albana DOCG
59,50 €
prodotto esaurito
Marzeno (Ravenna)
Dolce
Albana
12,5
375 ml
Guyot
Vendemmia tardiva e in più riprese, con attacco della muffa nobile. Fermentazione alcolica in piccole vasche di acciaio e in alcuni casi in barriques di rovere francese usate
Prima in acciaio per la durata di un anno e due mesi, poi in barrique di rovere francese per 90 giorni, infine in bottiglia per altri 12 mesi
Giallo oro profondo. Note agrumate di scorza d’arancio candito, zafferano e miele di acacia ed albicocca, molto pulito e raffinato, preciso e lineare. Bocca piena, strutturata e avvolgente, ma di ottima freschezza con lungo finale e molto persistente
Resa bassissima di 10 quintali per ettaro
Emilia Romagna
Italia
3000
Formaggi erborinati, pasticceria secca, fresca e dolci al cucchiaio
Bevi ora, o attendi
5-10 anni
La storia enologica della Zerbina ebbe inizio nel 1966 quando Vincenzo Geminiani, subito dopo l’acquisto dell’omonimo podere, decise di piantare i primi vigneti e di iniziare la produzione di vino, ottenendo fin da subito numerosi riconoscimenti. La vera svolta qualitativa avvenne dal 1987 quando sua nipote Cristina Geminiani, decise di tuffarsi in prima persona in questa “avventura” nella conduzione agronomica ed enologica, avendo fin da subito come obiettivo la valorizzazione dei vitigni più territoriali: il Sangiovese e l’Albana. Questo impegno agronomico-enologico si tradusse in soli due anni nella messa a dimora della prima vigna ad alberello ad alta densità, scelta più che all’avanguardia dell’Italia di quegli anni, e nella sperimentazione delle selezioni clonali del Sangiovese sia romagnole che toscane. Altrettanto innovativo fu l’approccio con l’Albana, fino ad allora conosciuto più per la sua generosità che per la sua finezza, in funzione della quale volle tentare la via della muffa nobile in pianta e della vendemmia a scalare in stile Sauternes. Sulla sorta di quanto da alcuni anni stava avvenendo in Toscana sviluppò parallelamente il progetto di assemblaggio Sangiovese e vitigni internazionali e in tempi più recenti il recupero di un antico vitigno, Ancellotta, spesso considerato un semplice correttivo del colore, che su questi terreni e con rese limitatissime dà origine a vini di notevole struttura e personalità, ideale a sposarsi in piccola percentuale alle migliori partite di Sangiovese.
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